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Che elemento!

Nel 1808 Humpry Davy riuscì per primo ad isolare l'elemento chimico numero 38 della (non ancora esistente) tavola periodica e lo chiamò strontium, latinizzando, come era abitudine a quei tempi, il nome del minerale da cui l'elemento fu estratto. Ora, in italiano strontium ovviamente diventa stronzio e questo nome, manco a dirlo, ha sollevato parecchia ilarità presso i ragazzi. Quasi la stessa cosa è successa stasera mentre Galileo, mio figlio, preso dalla passione dei "diamanti" come li chiama lui, stava guardando un manuale di mineralogia: all'asilo dev'essere ventuo a conoscenza del termine... Mi sono deciso quindi a fare una breve indagine per cercare di chiarire la questione della quasi, e strana omonimia.




Prima l'origine del nome dell'elemento. Era il 1790 quando un signore, tale Adair Crawford descrisse la presenza di un minerale mai osservato prima di allora, nelle cave del sito di estrazione scozzese di Sron An T-Sithein da  cui si ricavava il piombo per i proiettili delle campagne napoleoniche. Otto anni dopo, era il 1798, anno in cui in Francia venne decapitato il grande Lavoisier (erano gli anni della rivoluzione francese), un professore di Glasgow, Hope (che in italiano fa speranza; qualcosa di poetico in questa ricerca non del tutto nobile...) gli diede il nome di strontianites perché il nome gaelico della cittadina in inglese diventa Strontian.

Sull'altro versante, quello dello stronzio senza i, ho scoperto che la parola deriva dal longobardo strunz e che esistono parole in tedesco antico come strunzan, strunze, strunzel e hanno significati del tipo spezzare, pezzo, frammento, mentre in italiano antico stronzare si usava col senso di tagliare.  Non sono però riuscito a capire ne il nesso con lo sterco ne quello con il significato di persona odiosa e sleale. In questo secondo caso sicuramente nessuna comunanza con lo strontium perché a quanto pare in inglese non esiste la traduzione letterale dell'aggettivo: l'analogo insulto in lingua anglosassone infatti è...

Beh forse è meglio fermarsi, ho già scritto abbastanza Strontian...ate!

Rebus

A volte capire le domande è difficile, altre volte capire le risposte lo è altrettanto. Questa volta lo è ancor di più. Ve ne presento una trovata nell'ultima verifica, sulla struttura della materia, di quarta. "Sgarbugliatela", se ne siete capaci, rispondendo al post. Ogni contributo sarà benaccetto, magari dall'autore stesso!

Domanda 
Perchè la miscela di 100 ml di acqua e 100 ml di alcool ha un volume minore della somma dei due volumi (per la precisione 196 ml)?


Risposta
Il numero delle particelle è minore perché esse sono proporzionali alla massa dell'oggetto, quindi le particelle di tutte e due le sostanze insieme fanno un numero che è proporzionale alla massa dei 196 ml della miscela, quindi il volume sarà minore.


mhm.... interessante!
(come direbbe l'autore della risposta)

 

L'evaporazione

Evaporazione e ebollizione pur portando una sostanza liquida alla vaporizzazione, cioè alla sua trasformazione in gas, sono fenomeni alquanto diversi. La temperatura di evaporazione dell'acqua è, sappiamo tutti, di 100°C ma allora per quale motivo le pozzanghere evaporano? o perché la scia lasciata dalla spugna sulla lavagna dopo aver cancellato le scritte di gesso si asciuga? In entrambi i casi l'acqua non raggiunge certo quella temperatura: nessuno si è mai ustionato toccandola!

L'affermazione non è quindi del tutto corretta. Non è possibile capire bene questa cosa se non si "usano" le particelle. Pensando che le sostanze sono, a livello microscopico, null'altro che atomi (nel senso di Democrito) con le proprietà di cui sono dotate, tra cui il movimento, allora è facile immaginarsi il modo in cui una sostanza evapora. Come, ad esempio, l'acqua sulla lavagna rappresentata nella figura sotto, che, dopo qualche minuto non c'è più.

Tre sono i movimenti che bisogna considerare:
  1. le particelle di azoto e ossigeno che formano l'aria muovendosi urtano le particelle dell'acqua (liquida) che stanno sulla lavagna fornendo loro l'energia per staccarsi una alla volta dal gruppo.
  2. le particelle di acqua stessa si muovono, a volte quelle al confine del gruppo ricevono una "spallata" sufficiente a vincere l'attrazione che le tiene lì e le fa staccare dal gruppo (forse ti è capitato di vedere un caso del genere anche nell'animazione: "la differenza tra solidi liquidi e gas").
  3. infine anche le vibrazioni delle particelle della lavagna (non rappresentate nella figura) forniscono a quelle dell'acqua l'energia che le aiuta a liberarsi.

Grazie a questi urti le particelle che inizialmente formano un gruppo abbastanza unito sulla superficie della lavagna, dopo poco tempo si trovano frammiste a quelle dell'aria. L'acqua a questo punto è diventata un gas, al pari dell'azoto o dell'ossigeno, e per fare ciò non ha dovuto raggiungere la temperatura critica di 100°C, che avrebbe permesso al liquido di evaporare pure al suo interno. A quella temperatura infatti la velocità media delle particelle di acqua è sufficiente a vincere l'attrazione delle compagne anche all'interno di un immenso gruppo di particelle, e muovendosi all'impazzata, creano quelle bolle di vapore acqueo (ma sempre acqua è!)che vediamo salire in una pentola d'acqua messa sul fornello per cuocere la pasta.