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Lenti e rifrazione

Nell'esercitazione in classe abbiamo visto che le lenti deviano i raggi luminosi in modo regolare. Alcune (lenti convergenti) li deviano verso l'interno in modo che si incrociano tutti in un punto chiamato “fuoco”. La distanza del fuoco dipende dalla curvatura della superficie della lente, maggiore è la curvatura più vicino alla lente il fuoco. Dopo il fuoco i raggi luminosi si trovano dal lato opposto rispetto l'asse della lente. Ecco perché l'immagine formata da una lente è capovolta. Le lenti che hanno la curvatura concava (lenti divergenti) deviano invece i raggi luminosi verso l'esterno.




Ma come fanno le lenti a deviare i raggi luminosi? È possibile grazie ad un fenomeno chiamato rifrazione. Questo fenomeno è quello per cui gli oggetti parzialmente immersi in acqua sembrano avere una netta piega proprio nel punto di immersione, ci avrete già fatto caso facendo il bagno o vedendo un cucchiaino in un bicchiere d'acqua.
Nell'esperimento abbiamo visto che i raggi luminosi quando attraversano la superficie di separazione tra due materiali trasparenti diversi subiscono una deviazione che dipende da due fattori:
1) L'inclinazione dei raggi, tanto maggiore è l'inclinazione del raggio incidente (quello che arriva alla superficie) rispetto la perpendicolare della superficie, tanto maggiore è la deviazione subita dal raggio rifratto (quello che esce dalla superficie).
2) La natura dei due materiali, l'aria ha un angolo di rifrazione maggiore rispetto gli altri materiali come è possibile vedere nello schema (rispetto alla plastica nell'esperimento in classe)


I raggi uscenti dalla parte destra del parallelepipedo, avevano la stessa direzione di quelli che sono entrati dal lato sinistro, risultandone quindi spostati ma paralleli, questo perché ogni raggio subisce due rifrazioni, la prima entrando e la seconda uscendo dall'oggetto di plastica. Le due rifrazioni sono uguali ma opposte, rimettendo così il raggio nella stessa direzione originaria.
Ecco quindi perché le lenti riescono a deviare i raggi luminosi, e per sì che la lente sia fatta bene deve avere anche una curvatura regolare delle sue superfici in modo che tutti i raggi luminosi si incrocino, nel caso di una lente convergente, in un punto solo.

L'ebollizione dell'acqua: conclusioni dell' esperienza




La temperatura dell'acqua, riscaldata con il fornelletto, aumenta abbastanza costantemente anche se con un calo (nell'aumento) vicino all'ebollizione, dovuto alla dispersione di calore che aumenta con la differenza di temperatura tra acqua e aria dell'aula. L' ebollizione, avviene poco sotto i 100 °C, a causa della pressione atmosferica inferiore a 1013 mbar.
Da quando incomincia a bollire, la temperatura rimane costante, e sarà così fino alla fine dell'esperimento. Il calore, detto calore latente di vaporizzazione, fornito in questo periodo causa il passaggio di stato dell'acqua da liquido a gas. Le bolle che si formano all'interno del becher sono proprio formate da vapore acqueo!

La fusione del ghiaccio: conclusioni dell'esperienza



Dopo un iniziale abbassamento della temperatura registrata dal termometro (dovuto al raggiungimento dell'equilibrio termico tra termometro e ghiaccio), la temperatura si innalza abbastanza regolarmente fino a 0°C. A questo punto rimane costante nonostante il contenitore continui a ricevere calore, per effetto della differenza di temperatura con l'aria esterna.
Il ghiaccio comincia a fondere, come si può notare dal formarsi di uno strato sepre più consistente di acqua sul fondo del bicchiere. La temperatura rimarrà costante finchè tutto il processo di fusione del ghiaccio non sarà completato, solo allora ricomencerà a salire. Il calore che fluisce nel bicchiere in questo periodo, non causa quindi l'innalzamento della temperatura ma il passaggio di stato da solido a liquido dell'acqua. Questo calore è detto calore latente di fusione.

La patata: conclusioni




La patata è formata da cellule uguali di forma tondeggiante nelle quali, probabilmente, non è presente il nucleo (non è infatti visibile col colorante blu). Ogni cellula contiene una decina di granelli simili a sassolini formati da una sostanza che ha un elevato potere nutritivo. Quale? Chi ha un'idea lasci la risposta come commento al post...
La sostanza di cui sono formati i granelli viene utilizzata dalla pianta che nascerà dal tubero. Trovandosi sottoterra, priva di foglie e non essendo quindi ancora in grado di fare la fotosintesi, la giovane piantina sarebbe incapace di procurarsi il nutrimento per i primi tempi della crescita. Il nutrimento necessario lo ottiene quindi dalla riserva che la "madre" gli fornisce all'interno della patata. Una situazione simile a quella di un uovo!

La foglia di iris: conclusioni



la foglia di iris è un organo formato da due tessuti diversi.
Esternamente c'è un'epidermide formata da due tipi di cellule:
1. cellule di forma romboidale molto allungata incolori
2. cellule più piccole disposte a coppia tra le cellule romboidali (formano una struttura chiamata stoma)
Internamente il tessuto è formato da cellule di forma irregolare ma pressapoco quadrata o rettangolare. Al loro interno si possono vedere diversi corpuscoli verdi molto piccoli (la loro dimensione è di pochi micrometri), sono quindi loro i responsabili del colore verde delle foglie.
In alcuni casi è possibile vedere, che non sono presenti cellule dello strato interno proprio sopra gli stomi; rimane quindi, all'interno della foglia, uno spazio vuoto sopra gli stomi...